Mutui 2026: cosa aspettarsi? Le previsioni dopo l’ultima riunione BCE

(Analisi basata sull'articolo del Corriere della Sera – Marco Sabella)
Il 2025 si è chiuso con una decisione ampiamente attesa: la Banca Centrale Europea ha lasciato invariati i tassi di riferimento, mantenendo il tasso sui depositi al 2%, quello sui rifinanziamenti al 2,15% e il tasso sui prestiti marginali al 2,40%. Una scelta che, come riportato dal Corriere della Sera, riflette un quadro macroeconomico ritenuto "ragionevolmente stabile" e privo di pressioni inflazionistiche rilevanti.
Questa apparente stabilità, però, non si traduce in un congelamento del costo dei mutui, almeno non in Italia. Anzi: il mercato sta vivendo una dinamica molto più complessa.
📈 Perché i tassi dei mutui crescono anche se la BCE è ferma?
L'articolo del Corriere segnala un dato chiaro: i tassi effettivamente applicati alle famiglie italiane continuano a salire, nonostante la politica monetaria stabile.
Secondo le rilevazioni citate dal quotidiano, nel 2025 i tassi sui mutui in Italia sono passati:
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dal 3,50% di gennaio al 3,73% di ottobre
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con un aumento di +0,23% su base annua
Tradotto in numeri concreti:
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+222 € l'anno su un mutuo da 150.000 € a 30 anni
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+187 € l'anno su un mutuo da 120.000 € a 25 anni
Le ragioni? Il Corriere evidenzia due fattori:
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la trasmissione non uniforme delle decisioni BCE ai mercati nazionali;
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una maggiore prudenza degli istituti di credito italiani, che in fasi di incertezza tendono a incorporare costi di rischio più elevati nei tassi offerti ai clienti.
🔍 Pil e inflazione: un contesto più favorevole nel 2026
Un elemento positivo emerge però dalle nuove previsioni macroeconomiche della BCE:
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Pil area euro 2026: +1,2% (in rialzo rispetto al precedente +1%)
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Inflazione 2026: +1,9%, quindi sotto il target del 2% e in progressiva normalizzazione
Un'inflazione sotto controllo è, storicamente, un buon segnale per la stabilità dei tassi nel medio termine.
⚠️ Tassi variabili: uno scenario di sostanziale stabilità
Il Corriere precisa che, sulla base dei dati e delle comunicazioni BCE, non sono previsti ulteriori tagli nel 2026.
Questo significa che:
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le rate dei mutui variabili dovrebbero restare stabili per la gran parte dell'anno
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eventuali variazioni potrebbero arrivare solo verso fine 2026, e comunque in forma contenuta
Per chi oggi ha un variabile, la buona notizia è che non sono attesi shock improvvisi.
📉 Tassi fissi: perché potrebbero continuare a salire?
A differenza del variabile, il tasso fisso è influenzato da un indicatore diverso: l'IRS, che sintetizza l'andamento dei tassi obbligazionari europei.
Nell'analisi riportata dal Corriere della Sera emerge un punto chiave:
👉 Finché i rendimenti dei titoli europei continueranno a crescere, sarà difficile vedere una discesa dell'IRS.
In altre parole:
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il mutuo a tasso fisso potrebbe continuare a salire anche nel 2026, indipendentemente dalle decisioni BCE.
Il motivo principale è il comportamento dei mercati obbligazionari, che stanno vivendo un rialzo dei rendimenti anche per via del forte interesse degli investitori verso i mercati azionari statunitensi.
🧭 Tasso fisso o variabile nel 2026? Alcune riflessioni utili
Sulla base dello scenario descritto dal Corriere, possiamo delineare alcune considerazioni professionali:
⭐ Quando valutare il variabile:
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se si accetta un certo grado di oscillazione
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se la rata iniziale più bassa è un vantaggio significativo
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se la prospettiva di stabilità BCE resta confermata
⭐ Quando valutare il fisso:
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se si dà priorità alla prevedibilità delle rate
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se il budget familiare non sopporta variazioni
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se si ritiene sostenibile l'attuale livello dei tassi fissi
Il Corriere conclude ricordando che non esiste una scelta valida per tutti, ma una soluzione coerente per ciascun profilo finanziario.
🎯 Conclusioni: cosa aspettarci davvero dai mutui nel 2026
Dalla lettura dell'articolo emerge uno scenario chiaro:
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Mutui variabili → stabilità, con poche variazioni attese
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Mutui fissi → pressioni al rialzo, a causa dei mercati obbligazionari
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Contesto macroeconomico → più stabile, ma non ancora favorevole a un calo deciso dei costi di finanziamento
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BCE → scelte guidate "riunione per riunione", senza impegno su traiettorie future
Il 2026 si prospetta quindi come un anno di prudenza, nel quale la scelta del mutuo richiederà ancora maggiore attenzione al proprio profilo economico e alla gestione del rischio personale.
